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Cento bocche da sfamare ogni giorno: il “miracolo” delle dispense solidali

Narni, così lotta allo spreco e sostegno a chi non ce la fa vanno a braccetto. Il Comune: sempre più acuto il disagio economico-sociale, il progetto va avanti

C’è l’anziano solo che ogni giorno riceve un pasto caldo in casa e la famiglia che invece arriva al centro di distribuzione, ritira il suo pacco, ringrazia e se ne va. Il progetto si chiama “Dispense solidali” e mette insieme lotta allo spreco alimentare, la garanzia a famiglie e singoli che si trovano in uno stato di disagio economico un approvvigionamento alimentare costante e di qualità e una forma di sostegno al reddito “alternativa all’erogazione monetaria di contributi”. Che, spesso, servono a tutto, tranne che a garantire la sussistenza.

L’idea è del Comune di Narni che nel 2015 ha dato il via a questa iniziativa in collaborazione con la cooperativa Babele e poi ancora con ilo Banco alimentare. “Nel corso degli anni – spiega Silvia Tiberti, assessore alle politiche sociali del Comune di Narni, nell’illustrare i motivi che hanno spinto a prorogare il servizio fino ad aprile 2019 - a partire dall’avvio del progetto, è stato riscontrato un aumento del fabbisogno dei servizi erogati, dovuto all’acuirsi del disagio socio-economico delle famiglie del territorio”. Tanto che ad oggi sono stati “ampiamente raggiunti i risultati in cui nel 2017 si stimava di servire 100 unità tra nuclei e singoli”.

Al momento, sono 41 le unità familiari a cui viene garantito un sostegno – pacco alimentare o pasto – per un numero complessivo di 102 utenti, di cui 10 su Otricoli e i restanti su Narni. In particolare, vengono erogati mensilmente 31 pacchi a nuclei familiari (o singoli) e 24 pasti giornalieri, ma date le esigenze in aumento il nuovo bando prevede 30 pasti giornalieri e 40 pacchi mensili. La platea “beneficia sia dei prodotti confezionati distribuiti dal Banco alimentare sia dei prodotti freschi e a scadenza breve raccolti presso le mense pubbliche e private o conferiti dalla piccola, media e grande distribuzione organizzata e/o industrie alimentarie della ristorazione, da ristoranti o esercizi commerciali analoghi”.

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